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KC Novara Monterosa - Save the dogs and other animals Onlus con la Dott.ssa Sara Turetta  

Pubblicato da: MFPellegrino | KC Novara Monterosa |  Letture: 1621

KC Novara Monterosa - Save the dogs and other animals Onlus con la Dott.ssa Sara Turetta
La serata del Kiwanis Club Novara Monterosa di venerdì 15 aprile scorso è stata dedicata ai cani, gli amici fedeli dell’uomo, nel corso della quale la dottoressa Sara Turetta ha raccontato, con l’aiuto di supporti visivi, la sua esperienza, iniziata e che sta vivendo in Romania, nella lotta contro il randagismo, piaga di quel paese, e gli sforzi profusi per la cura e il salvataggio dalla morte dei poveri animali.
La dottoressa Turetta, nativa di Vercelli, si è laureata in Lettere Moderne presso l’Università Cattolica “Sacro Cuore” di Milano. Subito dopo la laurea, iniziò l’attività lavorativa come addetto stampa e responsabile delle pubbliche relazioni presso alcuni enti territoriali.
La sua vocazione per la solidarietà la indusse ad occuparsi di volontariato presso alcune strutture fino alla grande svolta del 2001, quando venne a contatto con la realtà rumena, ancora afflitta dalla eredità dell’orrenda dittatura di Ceausescu, che fu rovesciata da una insurrezione popolare nel 1989.
Al primo impatto con quel paese, ebbe un tuffo al cuore, anzi ha definito drammatico l’incontro per lo spettacolo deprimente che le si presentò all’uscita dalla stazione di Bucarest. Sulla piazza c’erano tanti cani morti, di cui molti corpi erano già in decomposizione, tra l’indifferenza dei passanti. Altri cani si aggiravano intorno, ma era evidente la loro malnutrizione e la malattia. La povertà si toccava con mano; circolavano poche macchine, molti erano i carretti trainati da cavalli ed asini macilenti, gli esercizi erano pochi e semivuoti.
Lo squallido scenario indusse l’italiana a fare qualcosa. Decise di fermarsi in Romania con disappunto dei propri genitori, che nel comportamento della figlia videro la rinuncia ad una carriera brillantemente avviata.
Si guardò intorno e, dopo meno di un anno, riuscì a fondare l’Associazione "Save the Dogs and other Animals Romania", divenuta in seguito ONLUS, di cui è Presidente e Direttore Operativo.
L’Associazione è una bella realtà nel desolante clima della Romania e rappresenta un tassello dell’orgoglio italiano, che ha ricevuto apprezzamenti e riconoscimenti in campo internazionale. Al riguardo, la dottoressa Turetta è stata insignita dal Presidente Napolitano dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia, la prima donna nel nostro paese, per l’impegno in favore dei cani e di altri animali.
Cominciò a muovere i primi passi in direzione del suo progetto, da realizzare in un paese diverso dagli altri dell’Est Europeo, afflitto da una terribile povertà e dal triste primato del fenomeno del randagismo. Nonostante le difficoltà, dovute forse al diverso modo di vivere della popolazione e alla ignoranza della lingua, continuò il suo percorso, fino ad incontrare le autorità locali del villaggio di Cernavoda, un nome non bene augurante, da cui ebbe l’assegnazione di una struttura, poco più di una capanna. Il primo successo conseguito fu l’abolizione nella zona dell’uccisione dei cani randagi, che appena venivano accalappiati, erano sottoposti gratuitamente a sterilizzazione e a vaccinazione antirabbica. Per inciso, ha fatto presente che questa operazione in Romania costa 6 euro, mentre in Italia bisogna spendere due-trecento euro.
Furono così, in un tempo piuttosto breve, sterilizzati circa 35.000 animali, ne furono adottati oltre 6000 e, cosa più importante, ben 4500 cani furono forniti di un apposito chip ed iscritti in un apposito registro di anagrafe, per consentire di risalire ai proprietari. La procedura fu all’inizio disattesa e boicottata dalla popolazione, perché era fuori della sua mentalità, ma poi si adattò ed oggi è un fatto di cui nessuna si meraviglia. Furono anni terribili per i sacrifici, rinunce, umiliazioni, ma presto arrivarono i primi risultati.
La struttura dell’edificio assegnato cominciò ad assumere una forma diversa e si ampliò fino a diventare un canile modello, che annualmente ospita 650 cani, 50 gatti, 10 cavalli e asini ed occupa 50 dipendenti, pagati meglio di altri lavoratori. Il Rifugio, considerato il gioiello dell’Associazione, è stato definito il più bel canile d’Europa. Si giova di strutture esterne di rappresentanza, come quella di Milano, composta di 6 impiegati e 2 collaboratori e opera come trait d’union con gli altri paesi europei. Dispone inoltre di due centri di sterilizzazione e di una clinica mobile, che si sposta su un vasto territorio per curare gli animali, che vivono nelle campagne, popolate solo da vecchi e bambini. Vigono ancora usanze primordiali, come, ad esempio, per la cura del cimurro viene posto sul muso del cane ammalato un ferro rovente, deformandone l’aspetto.
Il Rifugio è meta di visitatori stranieri e questo consente di promuovere altre iniziative e soprattutto le adozioni degli animali, anche quelle a distanza offrendo una piccola somma. A tale scopo, di recente, è stata inaugurata una scuola, dove si insegna il modo di trattare un cane, frequentata soprattutto da giovani.
Nel Rifugio trovano ospitalità annualmente anche una sessantina di vitelli, una decina di cavalli e asini, che sono i protagonisti di un progetto, avviato nel 2011, che si propone di avvicinare i bambini agli animali, utilizzandoli come fisioterapisti.
Avviandosi alla conclusione, la dottoressa Turetta ha sottolineato che una iniziativa del genere richiede rispetto, empatia, comprensione. Realizzarla in Romania significa offrire un esempio virtuoso, perché la società di quel paese possa ritrovare, dopo anni di bieca dittatura, un’etica collettiva. Va anche detto, ha continuato, che la istituzione di enti non profit può svolgere un’attività di pubblica utilità, senza fini di lucro, e può creare nuovi posti di lavoro. Non esistono cause di serie A o B, ha affermato col suo coinvolgente entusiasmo, ma tutti siamo nati e viviamo sulla stesso pianeta; una causa non esclude l’altra. Certamente occorrono volontà e passione, i cui fondamenti si trovano nella cultura, nella preparazione, nella capacità e in una efficiente ed efficace organizzazione, in una combinazione di testa e cuore e con l’approntamento di progetti realizzabili.
Al termine il veterinario dottor Corti ha raccontato la sua esperienza di due periodi trascorsi con la moglie e la figlia, anch’essa veterinaria, a Cernavoda ed ha raccontato tra l’altro che in Romania i cani sono affezionati all’uomo più che altrove. (a. l.)










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