Kiwanis Distretto Italia-San Marino

Ospite del Kiwanis Club Novara Monterosa è stata, venerdì scorso, la dottoressa Francesca Bergamaschi, che con l’ausilio di supporti audiovisivi, ha condotto i soci e gli ospiti del Club attraverso un immaginario itinerario alla riscoperta della storia, dell’architettura e dell’arte di Novara, dagli anni dell’impero romano al ‘900.
Entusiasta del lavoro, cui si dedica quotidianamente nella scuola insegnando storia, ha esaltato le “belle cose” che la città può offrire al visitatore.
Nel tracciare le linee del percorso, ha mostrato fotografie di quadri e piantine stradali, mediante le quali ha illustrato l’espansione della città nel corso degli anni, che da piccolo accampamento romano, la cui cerchia muraria aveva un perimetro di poco superiore ai due chilometri, si è ampliata occupando i territori dei borghi, che come una corona circondavano la città fino al medio evo inoltrato.
A titolo di esempio, ha mostrato la zona periferica della Bicocca, dove si svolse la famosa battaglia del 23 marzo 1849 del Piemonte contro gli Austriaci, da cui si scorgevano in lontananza soltanto i due campanili che svettavano sui tetti delle case di Novara, la possente torre campanaria del duomo e il campanile settecentesco della basilica di S. Gaudenzio.
Dalla zona periferica della Bicocca ha rivolto l’interesse sull’area settentrionale, dove nel 1513 avvenne un’altra battaglia, quella dell’Ariotta, molto importante nella storia di Novara, che fu vinta dagli Svizzeri sui Francesi, i quali due anni dopo nella battaglia di Marignano, oggi Melegnano, riconquistarono la città. Appena sei anni dopo, nel 1521, Milano fu occupata dagli Spagnoli, e quindi anche Novara, che vi restarono per circa due secoli.
Agli inizi del ‘700 arrivarono gli Austriaci, che nel 1738 cedettero la nostra città definitivamente ai Savoia.
Ha continuato illustrando l’oratorio di S. Siro del XIII secolo, attiguo all’attuale sagrestia del duomo, chein origine fu la cappella del vescovo, poi trasferitaal primo piano del palazzo episcopale, nella cappella della Maddalena.
Nell’oratorio si possono ammirare una maestosa crocifissione, deturpata purtroppo agli inizi del 1300 dall’apertura di una finestra, e gli affreschi, che raffigurano scene della vita del santo.
Sotto l’aspetto artistico ha illustrato, in particolare, un affresco quattrocentesco, attribuibile al novarese Daniele de’ Bosis, alla cui scoperta e valutazione la dottoressa Bergamaschi ha
partecipato in prima persona, documentando il lavoro in un apposito volume. Oggi l’affresco, che raffigura l’Annunciazione della Vergine, è stato parzialmente recuperatoe collocato nella parrocchiale di Sant’Antonio sulla strada Settimia, che porta al Lago d’Orta e poi al passo del Sempione. L’affresco fu rinvenuto nella regione della Baragina, sul muro di una delle cascine, che tra il ‘400 e il ‘600 proliferarono in quella zona, dove si trasferì molta gente, attratta dalla ricchezza delle acque e dalla fertilità dei terreni. In origine il dipinto adornava un piccolo oratorio, dedicato a Sant’Agabio, frequentato dalla popolazione del posto. Intorno agli anni trenta del XX secolo fu demolito, ma per fortuna l’affrescò si salvò.
La dottoressa ha concluso la visita guidata, descrivendo i numerosi palazzi sorti tra la fine dell’ottocento e i primi anni del novecento in stile liberty, per rimarcare che Novara, pur essendo una città molto remota, è pronta ad accogliere le nuove istanze artistiche.
Nel corso della serata sono stati venduti ad offerta libera due volumetti preparati dal socio Sandro Lomaglio: uno sulle chiese medievali di Novara e l’altro è una raccolta di racconti.
Il ricavato è stato interamente devoluto al Monterosa per il service del club (a. l.)