Navigazione veloce

nov 22
Stampa veloce LAN_NEWS_24 icona rss

Il Sostituto Procuratore di Messina dott. Sebastiano Ardita ospite del KC Absolute per la presentazione del suo libro  

Pubblicato da: MFPellegrino | KC Absolute CT Terra dei Ciclopi |  Letture: 2031

Il Sostituto Procuratore di Messina dott. Sebastiano Ardita ospite del KC Absolute per la presentazione del suo libro
Presso la sala Conferenze della Banca Agricola di Ragusa di Acireale, si è svolto un interessante e partecipato incontro con il Sostituto Procuratore di Messina dott. Sebastiano Ardita.
All’incontro, promosso per il Kiwanis ABSOLUTE dal Chairman per le attività culturali Turi Consoli, hanno preso parte, la presidente Daniela Simon, il past Luog. nonchè segretario del club Filippo Lizzio,i l Past Trustee International Nicola Russo, numerosi rappresentanti di Associazioni culturali e Istituzioni di Acireale, Catania ed Aci S.Antonio, i consoli di Grecia e Malta rispettivamente Arturo Bizzarro e Chiara Calì.


Sebastiano ArditaLa – "Catania bene – Storia di un modello mafioso dominante" – Mondadori Editore

Più intricata e inquietante di un “noir” o dei “legal thriller” di John Grisham è la realtà sommersa della Catania bene svelata dal magistrato Sebastiano Ardita attraverso una lucida indagine sulla nascita e l’evoluzione di un modello criminale che, avvalendosi di un’abile e ambiziosa strategia di potere, riesce ad invischiare e ad ottenere la collaborazione-protezione delle istituzioni, tale da garantirne non solo l’impunità ma smorza, per l’opinione pubblica, anche l’effettiva pericolosità creando l’immagine rassicurante e mitica di un boss che mantiene l’ordine e produce benessere economico.
Il patto scellerato che unisce il potere della Catania bene al potere della criminalità dei quartieri-ghetto come quello di San Cristoforo dal quale proviene il boss vincente, è finalizzato alla cogestione di affari di elevati interessi, di ardite speculazioni.
Per agire ed affermarsi il sordido legame travolge con spietatezza chi resiste, frappone ostacoli, costituisce un pericolo.
Vittima illustre, il 3 settembre 1982, è Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Per primo voleva indagare sulle collusioni dei cavalieri del lavoro catanesi. Gli venne impedito dalle istituzioni negando gli strumenti richiesti e la solitudine nella quale fu lasciato era preludio della sua condanna. Decodificando gli appunti lasciati dal generale, Falcone comprese che le sue intuizioni sulle collusioni dell’imprenditoria catanese con mafia, politica, ambiente finanziario, sarebbero state dirompenti.
Anche Giuseppe Fava, libero giornalista di razza, doveva morire. Le sue inchieste rompevano il muro del silenzio, aprivano la coscienza degli onesti al pericolo che incombeva sulla città e la destinava al degrado sociale e politico. I colpi sparati a bruciapelo la sera del 6 gennaio 1984 dovevano smantellare le verità scomode denunciate da Fava con una regia indirizzata a gettare discredito sulla figura della vittima e il movente dell’eliminazione. “Fava era fimminaru e ricattaturi”.
Sebastiano Ardita si inoltra nei sentieri criminali con intuito psicologico non disgiunto da umana comprensione ma non per questo assolutoria.
Nei fatiscenti quartieri storici della città, gli abitanti vivevano in un estremo degrado. La promiscuità era diffusa, la miseria immanente. A dispetto della precarietà esistenziale nascevano nugoli di ragazzini privi di un futuro di dignità e sicurezza economica. Il peccato di fondo sta nell’abbandono delle amministrazioni locali e l’indifferenza di una borghesia opulenta ed egoista. Inascoltato rimase il grido d’allarme di autorevoli personaggi ed esponenti religiosi: per sottrarsi alla miseria, all’emarginazione, il bisogno di riscatto avrebbe trovato facile esca nelle devianze offerte dalla criminalità.
Così Catania ebbe il primato della criminalità giovanile riportato dalla stampa nazionale.
Con indubbie qualità di narratore Sebastiano Ardita produce un illuminante documento che si avvale del rigore delle sue indagini di magistrato e delle esperienze conoscitive acquisite come sostituto procuratore della Repubblica per il Tribunale di Catania e poi come componente della Direzione distrettuale antimafia.
Quale la chiave di lettura di una analisi vivida e coraggiosa sui lati oscuri del male che ha avvinghiato Catania? Innanzitutto un atto d’amore per la sua città, Ardita è catanese “marca liotru”. Ne conosce i disagi, ne avverte i pericoli. Nella Catania dei nostri giorni che risente della crisi economica, si è istaurato un clima di apparente normalità dove Cosa nostra sembra scomparsa mentre è sempre più pervasiva.
Per uscire dal torpore morale, sostiene l’autore, il cittadino deve vedere, sapere, capire. Il documento racchiude infatti, per il suo carattere di denuncia, un appello agli onesti per il futuro non solo della città etnea. Il pericolosissimo modello finanziario-malavitoso affermatosi a Catania con la collusione delle istituzioni può estendersi sull’intero territorio nazionale, essendosi già instaurata quella che viene definita la trattativa Stato-mafia.
Un libro tutto da leggere e da meditare.



KC Absolute
KC Absolute
KC Absolute
KC Absolute


clicca per ingrandire




TAGS:   
pubblicazione   
(aggiungi tags)




Tema Grafico by iWebSolutions - partner e107 Italia