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KC Catania Centro - Videoconferenza su Beethoven  

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Pubblicato da: Rosalba | KC Catania Centro | 13.06.2021 |  Letture: 346

KC Catania  Centro - Videoconferenza su Beethoven
Organizzata dal Kiwanis Club Catania Centro in collaborazione con la Società Catanese Amici della Musica (SCAM), si è svolta sulla piattaforma telematica Zoom la videoconferenza Ludwig van Beethoven, avvincente maestro di Bonn, nel 250° anniversario dalla nascita del musicista (1770-2020). Relatrice è stata la prof.ssa Anna Rita Fontana, docente di musica, critico musicale e giornalista. Dopo i saluti del presidente del club dott. Giuseppe Greco e del Luogotenente Governatore della Divisione 2 dott. Alfio Cavallaro, ha preso la parola la prof.ssa Fontana, che ha dipanato l'argomento a partire da una contestualizzazione storica del musicista tedesco, nato a Bonn nel 1770 nella fase che precede l'affermarsi del movimento romantico in Germania, dapprima in letteratura poi, in ambito musicale, nell'Ottocento: un nuovo humus quindi, nel quale il sentimento e l'interiorità dell'individuo, la fantasia e l'ispirazione estemporanea prevalgono sulla ragione e gli schemi preordinati dell'Illuminismo. La diffusione della musica al di fuori delle corti, in concomitanza all'ascesa della borghesia, i concerti a pagamento e il progredire dell'editoria musicale, favoriscono il consolidarsi di un nuovo status sociale del musicista che, da una posizione vincolante di committenza nobiliare o ecclesiastica del Settecento, diviene adesso un libero professionista. Come tale quindi può estrinsecare la sua creatività, libero di gestire l'attività concertistica anche in un circuito europeo, nonché la produzione di opere dettate da personale ispirazione e sostenute dall'editoria. Così la relatrice ha introdotto la figura di una delle pietre miliari della storia della musica, tracciandone un profilo biografico e soprattutto artistico, che ha dovuto fare i conti con la grave malattia della sordità insorta nel 1796: in proposito ha evidenziato come, al graduale peggioramento della ipoacusia che sfociò nella quasi totale sordità del compositore, tale da ricorrere ai taccuini di conversazione, quest'ultimo abbia affinato le sue qualità spirituali e una straordinaria creatività, che si evince dallo splendido repertorio di concerti, sinfonie e sonate, forme emblematiche del classicismo a lui più congeniali del teatro. La relatrice ha posto l'accento anche sulle innovazioni strumentali nel trattamento dell'orchestra sinfonica: la famiglia dei fiati, già arricchitasi di nuovi strumenti, si giustappone agli archi nell'assumere un importante ruolo tematico; il trattamento sinfonico del pianoforte fa acquisire allo strumento una spiccata individualità in alcuni concerti per pianoforte e orchestra. Una produzione ampia - dove ciascuna sinfonia è frutto di un elaborato travaglio tematico - e che lascia registrare una graduale maturazione da uno stile di sobrietà e compostezza classica, di ascendenza haydniana e mozartiana, ad uno stile man mano più personale, con marcati tratti di intemperanza emotiva e accensioni per gli ideali della Rivoluzione francese (oltre all'ammirazione iniziale per Napoleone Bonaparte, cui dedicò la terza sinfonia), sino ad una fase più innovativa ed avveniristica, vedasi la nona sinfonia ”Corale” con l'Inno alla gioia (poi divenuto inno europeo) e le sonate op.110 e op.111. Di tali ultime opere è seguita la videoproiezione e ascolto di alcuni brani da esse estrapolati (oltre ad una selezione dalle suddette sinfonie, sonate e dell'Inno), ovvero rispettivamente il quarto tempo e l'Arietta con variazioni, ad emblema di un linguaggio precorritore di modernità. La relatrice ha posto in rilievo anche tratti più avanguardistici che ci fanno cogliere, in una rilettura inedita di oasi eteree del linguaggio beethoveniano, tratti di un surrealismo ante litteram. In conclusione, il composito itinerario stilistico di Beethoven - ha concluso la relatrice - lo colloca a pieno titolo fra i grandi della storia, in un abbraccio cosmico che lo rende imperituro per le generazioni a venire.

L’addetto stampa
Goffredo Greco






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