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KC Lentini - Scambio degli Auguri di Natale e 40° anniversario della Charter del club  

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Pubblicato da: Federica | KC Lentini | 20.12.2018 |  Letture: 875

KC Lentini - Scambio degli Auguri di Natale e 40° anniversario della Charter del club
Il 14/12/2018 si è svolto presso Villa Ducale la conviviale per il rito dello scambio degli auguri per il Santo Natale e i festeggiamenti per il 40° anniversario della Charter del Kiwanis Club di Lentini, alla presenza di tutti i Soci, delle autorità Kiwaniane, delle Autorità militari, dei rappresentanti dei Club della div. 3 Sicilia Sud-Est e dei rappresentanti del Club cittadini: Fidapa, Lions, Rotary.
Nei giorni passati mi sono più volte chiesta cosa potessi dire in questa occasione, quali auguri fare che non risultassero scontati e persino un po’ banali. Così ho pensato, semplicemente, di condividere con loro i ricordi e le emozioni dei Natali della mia infanzia.
Ricordo ancora i canti, sempre gli stessi, che mia nonna mi cantava e m’insegnava a cantare dai primi giorni di dicembre fino alla vigilia della festa. Poi c’era il presepe da fare, la funzione serale, scandita dalla novena, gli zampognari che venivano nel primo pomeriggio ed entravano in tutte le case. Li vedevamo circondati da un alone di mistero, ci portavano gioia più che allegria e guardavamo con curiosità quegli strumenti, in particolare la zampogna che ci sembrava buffa anche nel nome.
E c’era il profumo dei dolci, che usciva dai forni e ricordava a tutti, giorno dopo giorno, l’imminenza del lieto evento. Arrivava infine la vigilia del Natale, che per una bambina come me era più emozionante del giorno dopo: al mattino si tirava fuori la tombola, per verificare attentamente che i numeri ci fossero tutti, si preparavano fagioli e ceci, necessari per quel rito, si dava l’ultimo ritocco al presepe, c’era sempre da sistemare quel pastorello o la pecorella con la zampa rotta che continuava a cadere. La cena e la tombola, tuttavia, non erano le parte essenziale, né la principale, di quella serata, che giungeva al suo culmine e trovava il suo pieno significato nella messa di mezzanotte, alla quale ci si recava tutti insieme, come in processione: al ritorno, prima di andare a dormire, si metteva nel presepio la statuina di Gesù Bambino, appena nato tra gli uomini.
Padre Michele Lentini, Cappellano dell’Ospedale di Lentini, invitato a fare una riflessione religiosa sul Natale ha ribadito l’importanza del presepe come elemento non solo di tradizione culturale e di appartenenza geografica ma soprattutto religiosa. L'origine del presepe è da ricercarsi nelle pagine del Vangelo, o meglio nella loro interpretazione. San Luca riferisce, che Maria diede alla luce suo figlio e che, dopo averlo fasciato, lo pose in una mangiatoia. Da qui si dedusse che Gesù fosse nato in una "mangiatoia", e poiché in Oriente le grotte naturali servivano da rifugio ai viandanti e da stalla agli animali, si iniziò a formare l'idea che Gesù fosse nato in una grotta.
Il presepe, inteso come espressione del sentimento religioso dei credenti cristiani, ma anche come simbolo di valori universali “oltre ad essere un’espressione religiosa profondamente radicata nella popolazione e densa di significati, rappresenta anche il simbolo di valori universali, e per questo riconducibili anche alla sfera laica, che sono peculiari della nostra civiltà e sui quali siamo chiamati quotidianamente a riflettere ed a riferirci, come la famiglia nella sua unità, il ruolo fondamentale della donna, l’accettazione gioiosa della maternità, la valorizzazione degli individui anche i più poveri ed umili, la natura come valore da tutelare, il cambiamento di ottica sull’uomo che dal cristianesimo viene valorizzato pienamente in quanto tale, senza alcuna discriminazione”. E come dono al Club ha portato in venerazione il bambino Gesù proveniente da Betlemme, che è stato posto ai piedi della novena allestita nel più totale rispetto della tradizione. Infine in un clima di serena e commossa partecipazione, una piacevole sorpresa, alla luce fioca delle candele la comparsa di uno zampognaro che con il suono armonioso ed antico del suo strumento ha incantato tutti. Ma quale memoria del Natale s’imprimerà nella mente dei bambini di oggi? Quale ricordo avranno dei giorni che lo precedono? Cosa resterà loro, oltre lo sfavillio delle luci e il bombardamento pubblicitario? Le canzoni di Natale quasi sempre le imparano dalla tivù, non sulle ginocchia della nonna; i dolci, buoni certo, quasi mai sono fatti in casa; il presepe è per molti qualcosa da andare a vedere nelle chiese… Fuor di retorica, li stiamo impoverendo, privandoli di qualcosa a cui hanno diritto!
Tuttavia, a niente servirebbe piangere sul latte versato, se non potessimo imprimere alle cose un corso diverso. Qualcosa, invece, possiamo fare ed è alla nostra portata. Propongo due gesti, tanto per esser chiara:
primo, nelle prossime settimane (fino all’epifania), spegniamo per una sera durante la settimana tv, computer, telefonini e riuniamo la famiglia in un gioco comune, quello di raccontare i nostri ricordi, di tramandare i racconti ed i canti di natale perché quando i ricordi sono veicolati dalle emozioni diventano indelebili, e allora basta risentire quell’antico suono per emozionarci e per capire che quei natali della nostra adolescenza non sono scomparsi ma vivono dentro di noi ancora oggi.
secondo, ritagliare due minuti al giorno per pregare insieme, anche con i più piccoli, che potrebbero essere invitati a ringraziare Dio per qualcosa successa durante la giornata o semplicemente per la fortuna di avere una famiglia che li ama e li rispetta, di vivere in una bella casa o solo di essere ricchi perché si ha la salute.
Se lo faremo, il Natale, quest’anno, avrà un sapore diverso.
Valeria Commendatore
Presidente Kiwanis Club Lentini














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