Kiwanis Distretto Italia-San Marino - A.S. 2018-2019

Ospite della serata del Kiwanis Club Novara MONTEROSA dell’8 febbraio scorso è stato il Prof. Piero Emilio Balbo, dirigente medico del Reparto di Pneumologia dell’Ospedale Maggiore della Carità di Novara.
La Presidente del Club, Adriana Guaglio, ha dato innanzi tutto notizia di alcuni avvenimenti, a cui parteciperà il Club nella seconda metà di febbraio: incontro con l’Ordine degli Psicologi Piemontesi, nel corso del quale sarà tenuta una conferenza sul tema “La Psicologia dialoga sull’odio, la violenza, il terrorismo”. Moderatrice sarà la Dott.ssa Serena Fiocchi, già direttrice del Corriere di Novara. Altro incontro programmato è con la “Società Italiana di Pediatria”, la cui relazione ha per titolo “Pediatri e genitori insieme per crescere i nostri figli”. Il tema si inserisce perfettamente nella natura del Club, votato al mondo dei bambini.
A seguire la socia Rosalba Barbieri ha relazionato sulla riforma del III Settore, promossa sin dal 2017, a tutt’oggi non realizzata, non essendo stati emessi i relativi decreti attuativi. Ha evidenziato che l’insieme delle Associazioni di volontariato non profit costituisce circa il 5,5% del PIL.
Le principali attività dell’istituendo ente saranno dirette a favorire e garantire l’esercizio del diritto di associazione attraverso una implementazione dei livelli di tutela e della loro operatività con l’obbligo di dotarsi di autonomia statutaria sia per coerenza giuridica sia per la trasparenza delle associazioni coinvolte.
La cerimoniera Nunzia Giacalone ha poi illustrato il Curriculum Vitae del Prof. Balbo, ricco di successi professionali, sintetizzati in circa 7000 procedure endoscopiche bronchiali, nella supervisione di circa 2000 procedure, nella pubblicazione su riviste scientifiche di numerosi articoli, oltre ad aver partecipato come relatore a numerosi seminari e ad aver tenuto numerosi corsi di formazione, in Italia e all’estero.
Il Prof. Balbo, iniziando la relazione, ha precisato che la polmonite è una infiammazione acuta dei polmoni di origine batterica.
Attualmente, soltanto cinque paesi europei coltivano una serie di interessi relativi al particolare settore, anche se la malattia rappresenta la quarta causa di morte. Su 600.000 ammalati il 10% dei pazienti vengono ricoverati per polmonite, trasmessa da agenti infettivi, che derivano dalla influenza e dalla stagionalità di alcune malattie virali, che si manifestano con elementi clinici, tosse e febbre, ed elementi strumentali, come le infezioni batteriche e virali.
In tutti questi casi occorre procedere ad una diagnosi precoce e ad esami di laboratorio, come quelle del sangue.
La polmonite può manifestarsi nelle zone alte, per via respiratoria attraverso il naso e la bocca, con le tonsille che si presentano arrossate e piuttosto ingrossate. Ma le infezioni possono colpire anche le basse vie respiratorie, causando bronchiti e polmoniti: Ad esempio, fuori degli ospedali spesso queste infezioni sono associate ai ventilatori, ma i disturbi si verificano anche negli ambienti ospedalieri.
Dal punto di vista del decorso clinico esistono purtroppo forme molto gravi a carico dell’apparato respiratorio ed anche digerente. A parte, sono le polmoniti atipiche virali, che si sviluppano in comunità, caserme, collegi, scuole, con andamento epidemico, che causa astenie, malessere generale, tosse e febbre.
Il consiglio, ha suggerito il relatore, è di procedere ad una vasta campagna di vaccinazione e, in prospettiva, si pensa di ricorrere a test diagnostici piuttosto rigidi, a nuovi farmaci biologici più efficienti e a vaccini dedicati.
Una popolazione, che si fonda su una platea di persone vaccinate molto ampia, è sicuramente una popolazione cha può più facilmente arginare o comunque mitigare le infezioni epidemiche.
Al termine, il prof. Balbo è stato assalito da un vasto ventaglio di domande, per lo più riferentisi a casi personali, tenuto conto del particolare periodo che si sta vivendo. Il Prof. Balbo ha rassicurato l’uditorio per l’impegno e la professionalità dei propri collaboratori.
Certamente, ha concluso, bisogna incrementare l’assistenza e soprattutto la prevenzione.
(a. l.)