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Dal Chair per l'Attenzione agli Anziani Area Sud Sicilia - Paolo Lodato  

Pubblicato da: Rosalba Fiduccia | News dal Distretto |  Letture: 1468

Dal Chair per l'Attenzione agli Anziani Area Sud Sicilia - Paolo Lodato
Carissimo Governatore, amici Kiwaniani, buon giorno a tutti.
Quando il nostro Governatore mi chiamò per annunciarmi che era sua volontà inserirmi nell’organigramma distrettuale con l’incarico di Chairman per il service “Attenzione agli anziani” accettai di buon grado nella considerazione che anch’io ritengo molto rilevante spendere il proprio tempo per prendersi cura delle persone anziane. Infatti ho sempre pensato, che loro sono la parte più importante dei cittadini, sono la memoria storica, ma sono anche quelli che hanno bisogno di maggiore attenzione. Vorrei svolgere un esame della condizione degli anziani e quali sono le diuturne difficoltà che molti di essi sono costretti ad affrontare. Una breve statistica. Oggi il 22% della popolazione italiana, composta da oltre 13 milioni di cittadini ha un’età superiore ai 65 anni. In Sicilia il dato si discosta di poco, infatti la popolazione con oltre 65 anni è pari al 20%.

1- L'attenzione agli anziani fa la differenza di una civiltà.
Nel gennaio 1982, dedicato all’Anno dell’Anziano voluto dall’ONU, veniva auspicata una scelta culturale che affermasse la dignità dell’anziano con la stessa considerazione che si ha per il bambino appena nato. “Stiamo però attenti che quest’interesse non decada ad assistenzialismo pietoso e nemmeno ad un coccolamento degli anziani, come fossero ridiventati bambini”. Per il nostro domani meritano approfondimento gli investimenti pubblici di oggi riguardo alla problematica di cui stiamo parlando. Riflettiamo: i tagli nel sistema di welfare (vedi la riforma provinciale delle RSA) non vanno studiati sulla base di criteri burocratici di razionalizzazione, ma delle ricadute sulla persona anziana, nelle sue diverse condizioni: di chi deve essere aiutato a rimanere a casa assieme a figli sostenuti nel loro carico di “generazioni sandwich”, cioè con nonni già fragili e nipoti non ancora autonomi; di chi non ha un supporto familiare ed economico (un 15%, secondo alcune indagini) e rischia di rimanere “invisibile” se la comunità e i servizi non ne intercettano l'urgenza di presa in cura; di chi deve essere accolto in Residenza Sanitarie Assistenziali che sono sempre più attrezzate per il futuro, ma che devono affrontare insieme alla loro comunità emergenze impreviste, come la precocità della demenza senile, infatti, l’Alzheimer è ancora sottostimato. Sono valutazioni culturali e strategie sociosanitarie che vanno affrontate senza cadere in quell’efficientismo che Papa Francesco ha bollato come “cultura dello scarto”. Risulta invece decisivo il contributo degli anziani rimasti attivi e sempre continuamente attivati per non cedere alla tentazione dell’alcol (il 23% degli ultra 65enni è ancora ad alto rischio ) o della passività. A ben pensarci, il mettersi a disposizione degli altri nel volontariato non è solo un restituire quanto si è avuto da giovani. E' un modo per riportare dentro contesti sociali vitali come il tempo libero, l'assistenza e lo sport, un contributo sapiente di esperienza, meglio ancora se offerto con umiltà e discrezione, senza presunzioni. In un tempo di crescente povertà relazionale un anziano ancora ricco di fiducia nella Vita, indipendentemente dall’anagrafe, può essere “angelo custode” per un altro anziano. Per non dire della dimensione familiare, tutt’altro che scontata, dove il nonno non invadente rappresenta molto di più di un baby sitter: un riferimento di equilibrio e di sapienza, anche testimone di una fede che dà sapore alla vita. Non si tratta di “coccolare” gli anziani, ma di ribadire l’importanza specifica di ogni stagione della vita. Anche Papa Francesco svolge di frequente la raccomandazione di un patto fra le generazioni: ha indetto a sorpresa il Sinodo dei Vescovi, ha nominato un Cardinale Albanese di 88 anni, testimone di fede coraggiosa. “L'attenzione agli anziani fa la differenza di una civiltà ”ama dire Bergoglio che dedica loro un affettuoso capitolo nell'Amoris Laetitia invitandoci ad “ascoltare il grido degli anziani”.

Più attenzione agli anziani e all’assistenza delle cronicità
Altro aspetto da non sottovalutare consiste nell’aumento dell’età media delle persone e, di conseguenza, l’aumento delle malattie croniche. C’é stato un vero e proprio boom negli ultimi decenni e per questo occorrerebbe potenziare l'assistenza territoriale. Pertanto, si potrebbe pensare a dei convegni dove è possibile far confrontare i rappresentanti delle aziende sanitarie e tutti gli attori, medici e specialisti ambulatoriali, coinvolti nella risposta alla domanda di salute del cittadino sul territorio. I temi principali possono essere: la riorganizzazione della Medicina territoriale compresa l'erogazione delle cure domiciliare per le persone fragili, anziane e non. Obiettivo che il Kiwanis può perseguire potrebbe essere quello di progettare congiuntamente agli enti preposti interventi finalizzati a migliorare la qualità di vita degli anziani, creare ambienti e reti di supporto, erogare servizi per rispondere ai bisogni della popolazione anziana. In quest’ottica vanno sviluppate azioni per prevenire le cadute, favorire l’attività fisica, aumentare la copertura vaccinale, sostenere le capacità di cura informale e migliorare i servizi erogati dai sistemi socio sanitari. Numerose le attività realizzate in vari centri italiani per promuovere sia la salute fisica degli anziani come la ginnastica dolce, i gruppi di cammino, la ginnastica a domicilio, l’iniziativa “vivere i parchi”, il pedibus, il mantenimento delle funzioni cognitive e le attività di prevenzione. Altre iniziative che possiamo sollecitare alle amministrazioni comunali per esempio quelle di promuovere la mobilità dolce, cioè l’utilizzo dei mezzi pubblici e di biciclette. Promuovere le attività di trasporto in condivisione (bikemoto ed auto). Questo per ridurre l’inquinamento, anche acustico, e rendere più vivibile la città. Ascoltare anche le “piccole” esigenze di chi ha poca voce, aiuta l’amministrazione comunale a far vivere in modo più sereno. Molti piccoli fastidiosi problemi potrebbero essere evitati, con poca spesa e grande soddisfazione dei cittadini over 65.

Mi avvio alle conclusioni. Credo di aver dato alcuni spunti di riflessione su come il Kiwanis può intervenire per porre in essere quanto fin qui detto. Al riguardo condivido anche le proposte fatte dalla nostra amica Mariarenata Di Giuseppe che ha pubblicato alcuni suggerimenti e consigli utili per lo svolgimento del service: per esempio è possibile promuove iniziative nel proprio territorio mediante: - L’organizzazione di interessanti convegni, su temi di attualità, anche all’interno di case di riposo, trattando sulle nuove scoperte delle neuroscienze e del diritto dei nonni, un diritto che prima era integralmente ignorato e che ad oggi, invece, si va progressivamente affermando e affiancando per importanza, nell’ambito della famiglia, a quello dei genitori e dei minori; - La realizzazione di festeggiamenti, spettacoli artistici (concertistici, teatrali e di cabaret); - ristabilire il contatto degli anziani con i bambini ed i giovani, creando eventi con loro; - organizzare raccolte fondi, per aiutare gli anziani, afflitti da difficoltà economiche; - creare eventi celebrativi che esaltano la figura dell’anziano con riconoscimenti; ad esempio il club potrebbe attribuire ad una persona nell’ambito della manifestazione, il premio kiwaniano come "l’anziano dell’anno", interessando i mass media, per ottenere la massima visibilità kiwaniana, che non deve mancare mai; - "Adottare un anziano" nel nostro territorio. Ci sono tanti casi di anziani disperati, soli, malati e poveri. Potremmo prenderci cura di loro, sia sostenendoli economicamente che compiendo dei semplici gesti di solidarietà di vita quotidiana, aiutandoli a combattere il loro più grande nemico: la solitudine!!! È impossibile affrontare la problematica dell’invecchiamento rimanendo nell’ambito stretto sociale, assistenziale e sanitario; bisogna puntare al superamento del pregiudizio sulla senescenza e proporre un modello culturale che tuteli e promuova la qualità di vita dell’anziano abbattendo le barriere fisiche e psicologiche che ancora oggi coesistono nella nostra società. Prima di chiudere il mio intervento vorrei invitarvi a leggere un articolo di stampa postato sul sito del Kiwanis a firma del socio Salvatore Presti, a proposito di studi Kiwaniani, che sono stati attivati nel lontano 1986 su proposta del Club di Enna, Presidente il Prof. Carmelo Bonarrigo e dal Governatore del Distretto Italia, Dott. Giovanni Tinebra. Gli studi Kiwaniani del 1986 si conclusero con queste ‘raccomandazioni’: ESSERE sempre presente nei propri doveri di kiwaniano e di cittadino nella comunità; ESSERE solidale con il prossimo mediante l’aiuto verso i deboli, il soccorso ai bisognosi e ai sofferenti; ESSERE cauto nella critica, generoso nella lode, mirando sempre a costruire, secondo il motto kiwaniano: NOI COSTRUIAMO.
Grazie a tutti per la cortese attenzione ed auguro un buon proseguimento di studi.

Siracusa 21 gennaio 2017

Paolo Lodato
Chairman per il Service Attenzione agli anziani Sud-Sicilia




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