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KC Novara Monterosa - Conviviale con relatore -Tema della serata: "Totò, principe di umanità”  

Pubblicato da: Rosalba Fiduccia | KC Novara Monterosa |  Letture: 2172

KC Novara Monterosa - Conviviale con relatore -Tema della serata:
Conviviale 12 FEBBRAIO 2016
Relatore : Prof. Paolo Pagani

Una serata vivace e ricca di brio quella trascorsa venerdì, 12 febbraio, dai soci e dagli ospiti del Kiwanis Club Novara MONTEROSA.
Relatore è stato il Prof. Paolo Pagani, di origini lombarde, ma studente a Novara, dove conseguì a pieni voti la maturità classica presso lo storico Liceo “Carlo Alberto”. Laureato con la lode in filosofia e teologia presso l’Università Cattolica di Milano, ha insegnato presso prestigiose università nazionali ed estere e attualmente è professore di Filosofia Morale presso la Ca’ Foscari di Venezia. Numerose le sue opere e articoli pubblicati su autorevoli riviste ed è direttore della collana editoriale di filosofia della “Franco Angeli” di Milano.
Tema della serata: "Totò, principe di umanità”, che a prima vista sembrerebbe un argomento al quanto distante da uno studioso, che nella sua attività professionale si è interessato soprattutto di sistemi filosofici e si è confrontato coni maestri della materia, antichi e moderni.
Si appassionò per il principe della risata per la generosità dell’artista nei suoi aspetti quotidiani, dalla donna alla pasta asciutta, e fu attratto principalmente dalla sua umanità con le sue debolezze e le sue fantasie, che portò sul palcoscenico.
Il Prof. Pagani ha impreziosito la conferenza raccontando molti aneddoti ed eventi della vita dell’attore, che, liberando la mente da pensieri e preoccupazioni, forniscono un quadro lucido e meticoloso della personalità misteriosa e brillante di uno dei più dinamici ed esuberanti interpreti della comicità non solo partenopea.
Totò iniziò la carriera artisticaesibendosi con i propri compagni presso le famiglie delRione Sanità di Napoli, il suo quartiere, dove sorge la chiesa di S. Vincenzo, affettuosamente denominato il Monacone, in occasione di ricorrenze, battesimi, matrimoni, compleanni. Poi si specializzò presentandoscenette nella parte di un mimo e successivamente diimitatore, affinando e definendomeglio la sua personalità.
Arruolato durante la prima guerra mondiale, conobbe nelle trincee del Carso un caporale, che diventerà il protagonista di tutti gli uomini e che in seguito porterà sullo schermo.
Alla fine della guerra, fece ritornò nella sua città, dove iniziò a recitare con i fratelli De Filippo.
La sua indagine speculativa e lospirito di osservazione lo avvicinarono ai personaggi dei vicoli di Napoli fino ad identificarsi con essi. Proseguendo nel suo percorso artistico, s’impegnò nella sceneggiata, il melodramma popolare napoletano, che si fonda sulle canzonette popolari di successo. Nasce in questo periodo la maschera di Totò, che s’imporrà sulla scena del teatro comico italiano.
Ormai è lanciato e la sua carriera professionale procede con un continuo crescendo, per cui preferisce trasferirsi a Roma, la capitale.
Diventa il simbolo di un umanesimo pacificante nei confronti della vita, con la quale riesce a riconciliare l’uomo, afflitto da problemi e difficoltà. Questo atteggiamento, che piace al pubblico, lo porta alla conquista dei palcoscenici nazionali.
Passa successivamente alla rivista, lo spettacolo di varietà, nella quale i numeri musicali e i balletti si alternano a situazioni comiche e a battute di spirito. In questa fase a Totò scoppia la frenesia di conoscere la sua progenie, certo molto antica e nobiliare, che l’impegnamolto sotto l’aspetto giudiziario ed anche economico.
Nel 1932 si sposa civilmente con Diana Rogliani e ripete il rito religioso in chiesa nel 1935.
Nello stesso tempo diviene capocomico in proprio. Conosce numerosi personaggi del mondo dello spettacolo, specialmente registi e sceneggiatori, che nelle sueinterpretazioni vedono un’umanità disarmata e disarmante, e sulla sua maschera adattano le trovate e i personaggi.
Attraversò senza particolari avvenimenti il periodo della seconda guerra mondiale, che dopo la fine apportò notevoli cambiamenti nella vita e nei gusti degli Italiani,come l’esplosione del cinema.
Nel 1947 conosce Silvana Pampanini, la maggiorata fisica del periodo, e la cronaca rosa imbastisce un flirt con Totò, che certamente era attratto dalla bellezza dell’attrice. E forse proprio questa simpatia determinò la separazione da Diana, la prima moglie, con la quale la convivenza era durata anche dopo l’annullamento del matrimonio, ottenuto nel 1940.
Nel 1949 Totò si tuffa nel cinema, la decima musa, anche se non lo ha mai amato. Sfonda anche sullo schermo e i registi fanno a gara per averlo interprete dei loro lavori. Qualche anno dopo è colpito dal distacco della retina con conseguente abbassamento della vista, che gli procura non poche afflizioni.
Nel 1952 Incontra Franca Faldini, una subrettina alle prime armi. Se ne innamora e la lancia in numerosi suoi film. I due non si sposeranno,ma resteranno insieme fino alla morte di Totò.
Ormai la sua arte è alle stelle e sono molti gli attori che vogliono recitare con lui e fargli da spalla, tra cui Nino Taranto, il suo amico prediletto, che terrà l’orazione funebre alla sua morte, avvenuta nel1967, ma anche attori come Aldo Fabrizi, Vittorio De Sica, Anna Magnani, Aroldo Tieri, Peppino De Filippo, Carlo Croccolo.
Totò ha lasciato anche alcune poesie, scritte in un misto di napoletano italianizzato e di un italiano napoletanizzato, che esaltano la sua vena poetica. Di esse la più nota è La livella, dove l’autore descrive l’incontro nel cimitero tra due morti, un ricco e un povero. Le loro tombe sono quasi attaccate l’una all’altra e questo indispone il ricco, che non vuole confondere la sua nobiltà con uno spazzino. Di notte i due escono dai rispettivi loculi e il ricco riprende aspramente lo spazzino. Questi fanotare all’altro che nel cimitero non ci sono differenze, perché la morte livella tutti, senza guardare in faccia nessuno, ricco o povero che sia.La morte è una livella e per essa sono tutti uguali.
Con le poesie bisogna anche ricordare alcune canzoni, soprattutto quella dal titolo Mala femmina, che ha radici autobiografiche con riferimento alla separazione dalla prima moglie.
Sia le poesie che le canzoni evidenziano l’umanità con cui s’impone il grande artista, personaggio semplice, nato, vissuto e immerso nel suo popolo, un interprete brillante del suo tempo, un principe verace della risata e del sorriso, dalle battute improvvise e scoppiettanti come schiocchi di frusta, mai volgari ed offensive, sempre ricche di umanità.
Nel corso della conferenza il Prof. Pagani ha proiettato spezzoni di film di Totò, molto graditi dagli ascoltatori, che hanno applaudito con scroscianti applausi. (a. l.)










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